Un pò di Storia
Il sito su cui sorgerà Agra presumibilmente verso il secolo X, fu abitato già in epoca preistorica come si può desumere dai numerosi ritrovamenti di massi con incisioni rupestri (coppelle, croci, canaletti) in Val Veddasca e in Val Dumentina e alcuni proprio nei dintorni di Agra, al Giro della Luna e sotto il belvedere del Giro del Sole (cfr. a questo riguardo gli articoli di Maurizio Miozzi sul “Rondò” del 2008 e del 2009: “Incisioni rupestri. Nuovi ritrovamenti in Valdumentina” e “Incisioni rupestri in Val Veddasca”).
Ad Agra non ci sono chiese tanto antiche, ma la chiesa vecchia, l’antica parrocchiale dedicata a Sant’Eusebio che risale all’epoca di San Carlo (XVI secolo), per la presenza del campanile di chiara origine romanica (vedi le tipiche finestre), antica torre di guardia collegata visivamente con le altre torri difensive di Campagnano e di Runo del X secolo, fa pensare che prima dell’attuale chiesa vi fosse una costruzione precedente che nel secolo XVI, con l’edificazione dell’attuale chiesa, probabilmente divenne sacrestia. Un indizio importante sarebbe la volta a botte di questo ambiente oltre ai frammenti di affreschi medioevali rinvenuti nel 1972 dal Prof. Silvio Panzini durante i lavori di ristrutturazione della Chiesa che veniva annessa al Monastero delle Suore Romite Ambrosiane di nuova costruzione. In quell’occasione la vecchia sacrestia venne eliminata e, con l’abbattimento di una parete della stessa, veniva messa in comunicazione con la parte presbiteriale. L’ipotesi è che i suddetti frammenti di affresco (che potrebbero sì risalire al XII o XIII secolo) fossero ricoperti da strati di calce dati per disinfettare le pareti dopo una pestilenza e che quindi non siano stati notati dai muratori che eseguivano la demolizione. Accanto al cimitero a valle della chiesa si trova un bell’ossario del XVIII secolo.
Dell’oratorio di San Rocco, che sorgeva vicino all’attuale piazza omonima, demolito nel 1932, restano solo immagini fotografiche. La costruzione viene fatta risalire al XIV secolo.
Il Santuario della Madonna della Lupera si trova a circa un terzo della mulattiera che da Agra scende a Colmegna. La costruzione viene fatta risalire al XVI secolo e conserva un pregevolissimo affresco rappresentante la Vergine Maria in trono con il Bambino con accanto i santi Sebastiano e Rocco, tradizionalmente considerati protettori dalla peste.
Tra gli edifici religiosi di Agra va annoverata anche la cappella della Madonna del Prato, una costruzione che risale al 1690 anche se un errore di lettura della targa che portava la data degli affreschi ora perduti, ha fatto diffondere la credenza che risalisse all’anno 1090. Il Santuario della Beata Vergine del Carmine che sorge nello spiazzo denominato “Motta dei morti”, sopra il paese, fu edificato nel 1837. In questa località erano state sepolte le vittime della pestilenza del XVII secolo. La costruzione fu voluta dal Signor Vincenzo Martinoia che si avvalse, come ricorda una lapide all’interno della chiesa, della manodopera delle donne agresi. Vi è infine la Parrocchiale di S. Eusebio innalzata dal 1931 al 1933 utilizzando anche i sassi provenienti dalla demolizione dell’Oratorio di San Rocco. La chiesa fu voluta dal parroco Giulio Melesi che la progettò e per la quale impegò tutti i suoi risparmi.
Il centro storico di Agra è tutto raccolto attorno alle piazze Pasquinelli, Giovanni XXIII, Italia e San Rocco. Diversi edifici presentano architravi di pietra o di legno con date che risalgono ad anni del XVII secolo: così in Piazza Pasquinelli su un architrave di pietra, accanto all’immagine dell’Ostia raggiante (Jesus Hominum Salvator) e ad una scritta non ancora interpretata, vi è la data 1616; in via Francesco Pasquinelli su un architrave in legno vi è la data 1681 e in via Alessandro Volta, su una pietra dell’arco sopra il portone, vi è la data 1641.
Interessante è la presenza in Piazza Italia di un arco di pietra (sopra il quale era costruito un antico forno per il pane) che immette in uno slargo chiamato “Corte degli Ebrei”, ricordo della presenza in quella zona del ghetto di Agra.
Per altre notizie su Agra e la sua storia rimandiamo ai due benemeriti volumi di Jole Antonini Ballinari “Agra racconta la sua storia”, vol. I, Varese, 1982 e vol. II, Varese, 1987 che, anche se con qualche comprensibile errore, presenta una pregevole documentazione raccolta dall’autrice con grande passione e amore per il paese, volumi indispensabili se si vuole conoscere la storia di Agra.
Silvio Panzini